Il centro abitato risale al Medioevo, epoca durante la quale il territorio sandonatese venne a trovarsi in posizione strategica tra la Marca Trevigiana e la Repubblica di Venezia. Tra il XI secolo e il XIII secolo San Donà fu interessata dalle vicende storiche che videro protagonisti i vari componenti della famiglia degli Ezzelini, sotto la cui giurisdizione si trovavano diverse porzioni del territorio sandonatese.
La Storia di San Donà di Piave
Età medievale
San Donà di Piave anni ’30.
Età moderna
Durante l’età moderna la Repubblica di Venezia avviò una serie di interventi di bonifica nel Basso Piave, e destinò un funzionario (il gastaldo) alla gestione del territorio. Nel 1468, urgenti necessità finanziarie indussero la Repubblica a deliberare la cessione in enfiteusi della Gastaldia, ponendola all’incanto. Aggiudicatari dell’asta furono Francesco Marcello e Angelo Trevisan. Successivamente la Repubblica vendette in via definitiva la Gastaldia, che divenne possesso privato. I pubblici poteri furono affidati ad un funzionario nominato dal Doge, il Vicario Ducale, che aveva l’obbligo di prestare giuramento di fedeltà alla Repubblica e di risiedere a San Donà. Il primo Vicario, Antonio Lupo, fu insediato nel 1476.
La crescita e lo sviluppo del centro urbano fu inizialmente difficile: l’esistenza di un unico proprietario fondiario impediva di fatto la nascita della piccola proprietà. Le difficoltà erano acuite dalla situazione ambientale divenuta ancor più infelice nel corso del XV secolo a causa degli instabili equilibri ambientali del territorio.
Nel XVII secolo nella zona (paludosa e malarica) furono promossi lavori idraulici decretati dalla Repubblica di Venezia, al fine di preservare la laguna dalle periodiche inondazioni del Piave, creando le condizioni per una rinascita del territorio. Nello stesso periodo furono introdotte nuove coltivazioni, come quella del mais.
Nel 1609 il patrizio Domenico Trevisan commissionò all’architetto Vincenzo Scamozzi un progetto di sistemazione della gastaldia con annessa villa.
Nel 1797 fu istituita la Municipalità di San Donà, capoluogo di uno dei 15 cantoni del distretto di Treviso.
Locanda Forte del ’48, Cartolina degli anni ’70.
Età contemporanea
Ottocento
Con la cessione del Veneto al Regno d’Italia, conseguentemente alla Pace di Vienna, il 23 dicembre 1866 si svolsero le prime elezioni amministrative e per esse Giuseppe Bortolotto divenne il primo Sindaco di San Donà. In quest’epoca, nuovi lavori di bonifica interessarono il sandonatese segnando la metamorfosi ambientale del territorio. Furono stabiliti i servizi di collegamento a mezzo di ferrovia (nel 1886) evaporetto, aperte industrie e servizi per la popolazione.
Teatro metropolitano Astra.
Novecento
L’impatto della Prima guerra mondiale su San Donà fu devastante. In seguito allo sfondamento delle linee italiane a Caporetto il Sindaco ordinò l’abbandono della città e Il 7 novembre 1917 il centro urbano fu occupato dagli austriaci. Il fronte si attestò lungo il Piave e il prolungarsi degli scontri provocò la completa distruzione di San Donà.
Corso Trentin il 7 gennaio 1918.
Il territorio di San Donà di Piave
Per la sua vastità, il territorio sandonatese era anticamente suddiviso in contrade che, col passare del tempo si sono andate via via sostituendo con le odierne frazioni, località e quartieri che tutt’oggi noi conosciamo.
Nel dettaglio troviamo:
Frazioni:
- Calvecchia,
- Chiesanuova,
- Cittanova
- Fiorentina,
- Fossà,
- Grassaga,
- Isiata,
- Mussetta di Sopra,
- Mussetta di Sotto,
- Palazzetto,
- Passarella,
- Santa Maria di Piave
Località:
- Botteghino di Chiesanuova
- Caposile
- Jutificio
- Molino di Calvecchia
- Tessere